Cinquant'anni fa Fritz Zwicky scoprì
un eccesso di luce tra le galassie dell'ammasso di Coma.
Questa luminosità intracluster è estremamente
debole, appena più brillante di quella del cielo
notturno. Per molto tempo la sua natura è rimasta
sconosciuta, ma lo sviluppo di moderna strumentazione e
di telescopi di crescente apertura offre nuove opportunità
d'indagine.
In particolare, utilizzando camere CCD a grande campo (30'x30')
operanti al telescopio di 2.2m di diametro a La Silla (Cile)
e più recentemente al telescopio di nuova generazione
Subaru di 8m di diametro, operante alle Hawaii, un gruppo
di ricercatori dell'OAC ha ottenuto immagini profonde in
alcune aree vuote (ossia prive di galassie)
dell'ammasso della Vergine di una profondità senza
precedenti. Utilizzando tecniche di ON-OFF
band è stato possibile identificare, tra le molte
migliaia di stelle deboli della Via Lattea e tra le galassie
di sfondo, un piccolo numero di nebulose planetarie "apolidi",
che non appartengono ad alcuna galassia in particolare e
che sono dunque membri isolati dell'ammasso della Vergine.