La sonda Rosetta con gli strumenti integrati pronta per il collaudo.
Le comete preservano materiale pressoché inalterato proveniente dalla nube proto-planetaria di polvere e gas da cui ha avuto origine il Sistema Solare. Pertanto, eseguire osservazioni da Terra e misurazioni in situ di tali oggetti rappresenta un importante metodo per ottenere indicazioni sulla formazione ed evoluzione del nostro sistema planetario.
La missione spaziale Rosetta – denominata cornerstone nel programma dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) - è dedicata allo studio del nucleo e della chioma della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Si tratta di una cometa con un periodo di 6.6 anni, con un diametro stimato da osservazioni astronomiche di 4 km. La sonda Rosetta è stata lanciata con successo il 2 Marzo 2004 ma i primi dati scientifici saranno acquisiti soltanto nel 2008 durante il fly-by di due asteroidi: Lutetia e Steins. Nel 2014, per la prima volta, la sonda spaziale inizierà ad orbitare intorno ad una cometa in fase di inattività, seguendola per 8 mesi durante il suo avvicinamento al Sole e dunque all'aumentare dell'attività di emissione di polveri e gas. Ciò consentirà di studiare l'evoluzione dell'attività cometaria da una distanza eliocentrica di circa 4 Unità Astronomiche fino al perielio (posizione di minima distanza Cometa-Sole). Durante la fase di inattività la sonda Rosetta rilascerà un lander (Philae) che potrà analizzare direttamente il materiale che costituisce il nucleo della cometa.
Vista laterale di GIADA con il coperchio protettivo aperto.
A bordo della sonda Rosetta e di Philae sono stati integrati, tra gli altri, tre strumenti scientifici sviluppati sotto la responsabilità di scienziati italiani: GIADA e VIRTIS sulla sonda e SD2 sul lander. In particolare GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) è lo strumento sviluppato a Napoli presso il Laboratorio di Fisica Cosmica e Planetologia dell'Università Parthenope e dell'INAF - Osservatorio Astronomico di Capodimonte.