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Simulazione delle proprietà fotometriche di galassie Seyfert-1 e Seyfert-2 fino a redshift z=2 

Filomena Cocchia¹

Supervisor: M. Capaccioli¹,², P. Rafanelli³, A. Rifatto²
¹ Università degli Studi "Federico II", Napoli. Dipartimento di Scienze Fisiche
² Osservatorio Astronomico di Capodimonte
³ Osservatorio Astronomico di Padova


Abstract

Oggi si suole classificare le galassie non solo secondo criteri morfologici ma anche per classi di atività, contrapponendo la classe delle galassie normali, in cui i fenomeni energetici possono essere attribuiti chiaramente e direttamente alle stelle, alla classe delle galassie attive, in cui si riscontra l'esistenza di fenomeni energetici nei nuclei di chiara natura non termica. Le galassie Seyfert-1 e Seyfert-2 appartengono alla vasta famiglia delle galassie attive, denominate Nuclei Galattici Attivi (AGN), costituendo in qualche modo la controparte meno luminosa e più vicina dei lontani Quasar. I meccanismi fisici che stanno alla base dell'innesco e dell'evoluzione del fenomeno AGN sono, ancora oggi, non pienamente compresi. E' quindi di fondamentale importanza lo studio dell'ambiente in cui il fenomeno ha luogo ed è inoltre importantissimo effettuarlo a varie età cosmologiche (redshift); ed ancora fondamentale risulta la valutazione e l'analisi di tutti quei parametri astrofisici, come ad esempio le funzioni di luminosità, che possono aiutarci a comprendere come tale fenomeno evolva in funzione dell'epoca cosmologica. Il lavoro svolto in questa tesi è volto alla determinazione di un metodo, facile e veloce in termini di tempo di osservazione ma allo stesso tempo efficace ed affidabile, che possa permettere l'identificazione di galassie di Seyfert in base alle loro caratteristiche fotometriche.
Attraverso la fotometria a banda larga è possibile ottenere informazioni su vaste aree di cielo, grazie ad esempio all'utilizzo di mosaici CCD, in un tempo notevolmente inferiore rispetto ai tempi necessari alla spettroscopia convenzionale, raggiungendo livelli di magnitudine proibitivi per quest'ultima. Inoltre, l'utilizzo della fotometria a banda larga per la determinazione dei redshift degli oggetti extragalattici ha ottenuto negli ultimi anni largo consenso da parte della comunità scientifica.
La tecnica dei redshift fotometrici permette di ottenere informazioni sui redshift degli oggetti in maniera veloce ed affidabile (talvolta, le misure riescono a raggiungere un'accuratezza maggiore di quelle spettroscopiche) grazie allo studio ed all'analisi delle caratteristiche d'insieme delle distribuzioni di energia spettrale, quali l'andamento del continuo spettrale e la presenza o meno di sue particolari discontinuità.
Il lavoro di questa tesi è strutturato nel modo seguente.
Nel primo capitolo viene descritta, in modo qualitativo, la grande famiglia degli AGN: caratteristiche fisiche e morfologiche, classificazione, ecc. Particolare riguardo viene posto nella descrizione delle galassie Seyfert-1 e Seyfert-2, dei Quasar, e delle varie connessioni tra i due tipi di oggetti.
Nel secondo capitolo viene descritto l'ambiente in cui si trovano gli AGN. Si descrive il modello delle interazioni, che costituisce l'ipotesi di lavoro più seguita per spiegare l'origine e l'evoluzione degli AGN, e l'ambiente a basso ed alto redshift, sia per le Seyfert che per i Quasar.
Nel terzo capitolo viene descritta la funzione di luminosità delle Seyfert e dei Quasar, sottolineando l'importanza di un tale parametro e della sua buona conoscenza al fine della determinazione dell'evoluzione cosmologica dei Quasar e delle Seyfert.
Nel quarto capitolo vengono descritte le metodologie utilizzate nell'ambito della tecnica dei redshift fotometrici. In particolare vengono evidenziate le caratteristiche di tale tecnica e la sua particolare efficacia nella stima dei redshift rispetto alla tradizionale tecnica spettroscopica.
Nel quinto capitolo viene descritto il lavoro, in modo accurato. Il capitolo è strutturato in quattro pari, nel modo seguente.
La prima parte contiene una descrizione del modo in cui sono stati selezionati e calibrati i sistemi fotometrici in seguito utilizzati nell'analisi. Nella seconda parte si descrive e si motiva la scelta degli spettri "rappresentativi" di galassie normali, e la simulazione di colori di queste ultime a diversi redshift. Nella terza parte viene infine descritto il lavoro di riduzione degli spettri ultravioletti ed ottici utilizzati per la realizzazione degli spettri rappresentativi (template) di Seyfert-1 e Seyfert-2, e viene descritta la simulazione dei loro colori a vari redshift. Infine, nella quarta parte, si confrontano i risultati delle simulazioni per galassie normali e per galassie attive, e si mettono in evidenza gli aspetti nuovi della tecnica sviluppata durante tale lavoro per quel che riguarda sia la possibilità di discriminare tra galassie normali ed attive, sia la possibilità di stimare fotometricamente i redshift di oggetti attivi.
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